Salendi (Salenni) – Famiglia (Viterbo, Secc. XVI-XIX)

Erano originari di Venezia o del suo territorio ed erano giunti a Viterbo nella seconda metà del Cinquecento con Luigi del fu Baldassarre e Luigi del fu Cristoforo per svolgere attività mercantile. Nel 1578 un Giovanni figlio di Luigi del fu Baldassarre (insieme ad altri) aveva  in affitto la commenda di San Giovanni in Selva dal cardinale Alessandro Farnese per un canone annuo di 3100 scudi. Nel 1619 vivevano Caterina e Camilla figlie di Giovanni oltre a Olimpia e Salenno figli del fu Luigi; Olimpia con testamento del 1644 lasciava i propri beni alla parrocchia di San Pellegrino e con lei si estingueva la discendenza di Baldassarre.

Da Luigi del fu Cristoforo e dalla moglie Lucrezia ebbe origine una discendenza che arriva alla fine del XIX secolo. Tra i loro figli vi fu Paolo che divenne parroco di San Giovanni in Zoccoli nel 1604; Bernardino i cui figli si dedicarono alle concerie; Francesco che sposò Olimpia Cini e che ebbe Luigi e Cristoforo anche loro attivi nelle concerie (un figlio di Cristoforo fu religioso tra gli Agostiniani nel 1669). Da Luigi di Francesco e da Faustina Danesi discesero Francesco che fu notaio tra il 1648 e il 1692; Vincenzo che si dedicò al commercio e si stabilì nel Castello di Foglia a Magliano Sabina. Anche Bernardino e Valerio (figli di Luigi e di Lucrezia) furono vaccinari e conciatori. Da Valerio che aveva sposato Innocenza Laziosi derivarono, tra gli altri, Giovan Battista che fu dottore in entrambe le leggi, giudice deputato dal luogotenente del Governatore della Provincia del Patrimonio oltre che giudice ordinario del tribunale; nel 1680 aveva l’appalto della gabella generale della città di Viterbo insieme ad altri. Aveva sposato Vittoria Petrucci e fu aggregato alla nobiltà viterbese nel 1679. Altro figlio fu Orazio che fu speziale in società con i fratelli; Egidio fu sacerdote e divenne canonico della Cattedrale di San Lorenzo; Valerio che si sposò con Clemenza Defendini e da questa unione derivò Orazio che diede il via ad una linea della famiglia ancora presente nel secondo Ottocento a Viterbo e distintasi per il mestiere di calzolaio. Cristoforo di Valerio di Orazio moriva nel 1817 ed era stato calzolaio. Orazio di Cristoforo e Giovan Battista Guarducci nel 1852 risultavano proprietari di un negozio di calzoleria e rettori dell’arte dei calzolai. I suoi figli furono Alessandro, Giuseppe e Nazzareno che ebbero discendenza ma di questa famiglia, a cavallo tra Ottocento e Novecento, si perdono le tracce a Viterbo.

Il ramo che aveva avuto origine  da Giovan Battista di Valerio e dalla moglie Vittoria Petrucci raggiunse livelli sociali di prestigio ed i suoi esponenti ebbero una esistenza abbastanza agiata. Ottavio loro figlio possedeva una cartiera in località La Montagna e, insieme al figlio Luigi nel 1716 aveva l’appalto della gabella delle carni. Luigi nel 1738 era Depositario del Monte di Pietà di Viterbo e tra i suoi fratelli si ricordano Giovan Battista che fu canonico della Cattedrale di Viterbo, diverse sorelle che furono religiose, Alessandro che si laureò in legge e fece l’avvocato e contrasse matrimonio con Barbara Pancrazi di Roma avendone Maria e Margherita che sposarono nobili umbri. Con la morte delle due nobildonne questa linea della famiglie si interruppe.

Avevano abitazione in contrada San Simeone. La dizione di strada Salemme i prossimità di Tobia prendee il nome dai poderi che questa famiglia possedeva in quel territorio. Avevano sepoltura nella chiesa della Trinità.

BIBL. –  Angeli N., Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 462-465.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]