Smirla – Famiglia (Viterbo, Secc. XVI-XVIII)

L’iscrizione all’albo del patriziato viterbese avvenne nel 1661; la famiglia proveniva da Città di Castello ed era arrivata a Viterbo nella seconda metà del Cinquecento, forse con Girolamo Smirla fu Gregorio, mercante nel 1588. Nel 1598 sono documentati Gregorio, Paolo e Bernardino, figli del fu Giovanni Battista, sua moglie Maddalena e altri nipoti che vennero a Viterbo dopo la morte di Giovanni Battista. Paolo era sarto ed ebbe Marzia e Gregorio che vissero pochi anni; Paolo si trasferì a Vetralla dove fece testamento nel 1648 nominando sua erede universale la moglie Isabella originaria di San Gemini e incaricava l’arciprete Giovanni Battista Renzoli di celebrare messe in suffragio.

Bernardino risultava già morto il 21 agosto 1632 secondo il testamento della moglie Caterina Lotti con il quale faceva erede il figlio Domenico. Da Domenico derivarono Giovan Battista e Caterina.

La linea rappresentata da Girolamo Smirla ebbe diversa sorte: egli si era affermato in campo mercantile arricchendosi con beni sia a Viterbo ma anche a Roma. Da Girolamo e Bernardina De Angelis nacquero Vincenzo che sposò Caterina Meoni e nel 1611 era conduttore della gabella delle bestie vive. Nel 1612 aveva fatto società con Cillo Gioia per l’appalto della gabella delle bestie vaccine e del vino. Nel 1641 aveva 70 anni e ricordava di essere stato caporale di una squadra di militi a piedi a Viterbo. Altri figli furono Caterina, Margherita e Pier Paolo che si laureò in legge e fu notaio tra il 1601 e il 1655. Nel 1618 era podestà e giudice ordinario nella terra di Blera. Aveva sposato Felice Cini nel 1609. Clemente di Pietro Paolo si laureò in entrambe le leggi ed ottenne l’aggregazione alla nobiltà viterbese. Nel 1647 risultava Governatore di Bagnoregio; nel 1650 era Governatore di Capranica; nel 1667 era Proconsole del Collegio dei notai e nel 1678 era parte della magistratura di Viterbo come Conservatore del popolo come pure nel 1693 e nel 1698; si era sposato con Dorotea Poggi avendone una sola figlia. Clemente con testamento del 1697 chiedeva di essere sepolto in Santa Maria in Gradi ed eleggeva a suo erede il nipote Vincenzo Primoni; morì nel 1699. Dall’unione di Vincenzo con Caterina Meoni nacque Francesco che fu speziale. Ebbe tre figlie e con loro si estinse questo ramo della famiglia.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2003, pp. 491-492.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]