Algardi, Alessandro – Scultore (Bologna 1598 – Roma 1654).
Dopo un apprendistato come pittore presso la bottega dei Carracci a Bologna, accanto a Ludovico, si formò alla scultura presso l’artista locale Giulio Cesare Conventi. Seguirono un soggiorno a Mantova (1620-1624), impegnato presso la corte dei Gonzaga essenzialmente come orafo, un viaggio a Venezia, e il trasferimento a Roma nel 1625 con una lettera di presentazione da parte di Vincenzo il Gonzaga al cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV. Tra i primi lavori cui A. attese a Roma occorre ricordare l’attività di restauratore e di misuratore di statue antiche per i Ludovisi, attività che si protrasse per lunghissimo tempo e non solo per la famiglia bolognese.
L’attenzione alla cultura classica, che non impedì ad A. di guardare con interesse a quanto contemporaneamente andava producendo Bernini, impronterà tutta la sua produzione, in particolare quella ritrattistica cui si indirizzò fin dai primi anni del soggiorno nella capitale. Lo scultore ottenne anche opere «nobili e di stima» (Bellori 1672), tra cui il San Filippo Neri con l’angelo per S. Maria in Vallicella o il Monumento di Leone XI e il San Leone magno e Attila per San Pietro, ed eseguì opere per altari di chiese bolognesi e genovesi. Nel 1640 divenne principe dell’Accademia di San Luca e dal 1644, con l’elezione al soglio pontificio di Urbano VIII Barberini, iniziò un decennio trionfale. L’incarico più prestigioso fu quello del Casino delle Allegrezze, o del Bel Respiro per Camillo Pamphili, cui A. sovrintese accanto a Giovan Francesco Grimaldi dal 1644 al 1653.
Tra i numerosissimi ritratti cui lavorò, appartenenti il più delle volte a rappresentanti della media borghesia, va ricordato quello di Innocenzo X Pamphili, realizzato nel 1652 e collocato nel Santo Sepolcro di Acquapendente dallo stesso pontefice. Un ritratto di Innocenzo X è pure nella collezione Gentile di Viterbo. Per i Sacchetti, probabilmente da identificarsi con l’opera ricordata nella villa di Frascati «la Rufinella», A. eseguì un gruppo scultoreo raffigurante il Sacrificio di Isacco simbolo della corrente classicista nel Seicento. A. formò una scuola che si impose a lungo. Nel Lazio sono conservati: il bronzo col Battesimo di Cristo presso la Certosa di Trisulti; un Crocifìsso in bronzo in S. Barnaba a Marino.
BIBL. – Antonia Nava Cellini in DBI, 2, pp. 350-356; Montagu 1985; Fossati 1987; Barberini 2000; G. Lise, Acquapendente. Storia arte figure tradizioni, Acquapendente, 1971, pp. 160-161.
[Scheda di Paola Caretta – Ansl; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]