Chiesa con-cattedrale del Santo Sepolcro, Acquapendente
Non ci sono notizie circa la costruzione della Basilica, ma la commistione degli elementi artistici e tecnici consentono di farne risalire le origini intorno all’anno 1000. Viene consacrata nel 1149 da papa Eugenio III e dal vescovo di Orvieto Aldobrandino. Acquisisce il titolo di Basilica probabilmente prima del sec. XIII. Amministrata in origine dai Benedettini, poi dagli Agostiniani, fino all’affidamento in commenda ai vescovi di Castro (tra il 1534 e il 1539). Con la distruzione della città di Castro, nel 1649, la sede episcopale viene trasferita ad Acquapendente e la chiesa del Santo Sepolcro elevata a Cattedrale. Unita nel 1986 alla Diocesi di Viterbo, mantiene il titolo di con-cattedrale a ricordo dell’antica importanza.
Dapprima come Abbazia ospita la comunità di religiosi (canonici regolari o monaci) è governata da un abate ed autonoma (sui iuris). Dal 1649, elevata a Cattedrale, diviene la chiesa principale della diocesi e il luogo dal quale il vescovo esercita il controllo sul territorio. Nel 1785 la diocesi perde i paesi di Manciano e Capalbio e acquisisce Proceno ed Onano già sottoposti alla giurisdizione del vescovo di Sovana-Pitigliano. Nel 1920 viene unita alla diocesi di Bagnoregio mentre nel 1951 Luigi Boccadoro è nominato vescovo di Montefiascone e Acquapendente. Nel 1973 annette Torre Alfina (già nella diocesi di Orvieto) e Trevinano (della diocesi di Città della Pieve) estendendo il territorio di sua giurisdizione fino ai confini con la Toscana.
Diverse opere d’arte sono conservate all’interno della basilica, la più rappresentativa è la statua dell’Immacolata, che rappresenta la memoria della distrutta città di Castro. Il simolacro, opera del Cinquecento, fu trasportato in Acquapendente nel novembre del 1649, oggi è conservata in una nicchia nel catino dell’abside. Rilevante anche il busto in marmo di papa Innocenzo X realizzato da Alessandro Algardi tra il 1650 e il 1654.
La principale ed originaria forma di devozione è legata alle reliquie del Santo Sepolcro, che richiamano fedeli e pellegrini che percorrono la Via Francigena. Al culto principale si unisce col tempo quello dedicato a sant’Ermete, patrono della città (celebrato il 28 agosto) e alla Incoronazione della Vergine Immacolata, protettrice della città e della Diocesi (“festone”) che si celebra ogni 25 anni.
Bibl. – Le antiche chiese della Tuscia Romana: quindici secoli di storia e di fede nelle diocesi dell’Alto Lazio, a cura di E. Angelone, G. Nicolai, D. Parasassi, Viterbo 2009; A. Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987; Gli archivi delle antiche diocesi di Acquapendente e di Castro, a cura di M. Ceccariglia, D. Dottarelli, Viterbo, 2010.
[Scheda di Elisa Angelone – Cersal]