Ascenzi, Filippo – Amministratore locale (Viter­bo, 3 giugno 1893 – ivi, 15 dic. 1943).

Nacque da Silverio e Felicita dei conti Mimmi di Montefia­scone; il nonno, omonimo, si era trasferito dalla provincia di Macerata a Viterbo per avviarvi una fabbrica di fiammiferi.

Nel 1919 l’A. tornò dal pri­mo conflitto mondiale grande invalido; partecipò ad altre tre guerre e ottenne quattro medaglie di bronzo, tre croci al merito, una medaglia comme­morativa e un nastro di gladio romano. Laureatosi in ingegneria nel 1920, rivestì in seguito numerosi incarichi pubblici: consigliere municipale nel 1923, l’anno successivo fu assessore comunale ai lavori pubblici, mentre tra il 1923 e il 1927, essen­do sindaco Antonio Maturi, si occupò del riassetto urbanistico di Viterbo.

Nominato segretario fede­rale di Viterbo nel 1927, nel 1931 successe al Ma­turi con incarico podestarile e avviò a quel punto una serie di opere pubbliche che valsero a trasformare l’immagine di una antica e sonnolenta cittadina in quella di un centro vivo e moderno. Fu chiusa la Valle dell’Urcionio creando un asse viario tra Piazza del Teatro e Piazza del Plebiscito (oggi Via Marconi) con la costruzione di importanti edifici lungo questo tracciato (Camera delle corporazioni, Banca d’Italia, Genio civile, Ufficio delle Poste). E Viterbo si avviò a rappresentare degnamente quel capoluogo di provincia che era stato decretato nel 1927 dopo che per secoli, come capoluogo della Provincia del Patrimonio, era stato punto di riferimento per tutti i territori dell’Alto Lazio. Nel 1934 A. lasciò la carica di Podestà per divenire Presidente dell’Unione provinciale fascista degli agricoltori, cioè dell’associazione della categoria che raggruppava tutti i proprietari terrieri che era la classe dominante non solo a Viterbo ma in tutto il territorio.

Fu volontario in Africa poi nel marzo 1941 fu richiamato alle armi ma nel maggio dello stesso anno rimpatriato dall’Albania e congedato.

BIBL. –  Della Rocca 1999, p. 28; M.C. Bernardini, La classe dirigente negli anni del fascismo. Il caso viterbese, Viterbo 2008; B. Barbini, A. Carosi, Viterbo e la Tuscia dall’istituzione della provincia al decentramento regionale, Viterbo 1988.

[Scheda di Gabriella Spigarellii – Fgb; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]