Baij (Bai) – Famiglia (Viterbo, Secc. XVII-XIX)

Di origine milanese, la famiglia giunge a Viterbo verso il 1630 con Bernardo Baij e i figli Giovanni e Pietro. Nel 1669 un documento relativo a Giovanni lo dice oriundo di Milano e di mestiere muratore, come il padre. Bernardo era riuscito ad acquistare una casa a Pianoscarano dove visse con il figlio Giovanni mentre l’altro figlio Pietro si era trasferito a Roma dove aveva avuto un figlio al quale aveva posto il nome di Bernardino. Giovanni era morto il 30 novembre 1686 quando aveva 64 anni lasciando i suoi figli Carlo, Giuseppe e Pietro. Carlo, che aveva lasciato l’arte degli avi ed era divenuto falegname, aveva sposato Clemenza Antonini di Lorenzo, amica d’infanzia di Rosa Venerini. Clemenza era della parrocchia di S. Lorenzo dove aveva un banco distinto che nel 1731 aveva ceduto alla sorella Angela maritata Mancini. A Viterbo erano nati i primi figli di Carlo e Clemenza, Giovanni Pietro e Costanza. Carlo era diventato maestro intagliatore del legno con bottega in San Giovanni in Zoccoli quando era stato chiamato a Montefiascone dal cardinale Marcantonio Barbarigo che gli aveva affidato la costruzione dei Coro dell’Oratorio del Seminario, il Coro della chiesa di San Bartolomeo annessa al Seminario, i mobili della Sacrestia e parte degli scaffali della biblioteca. Per questo la famiglia di Carlo si era trasferita temporaneamente a Montefiascone dove era nato un terzo figlio, Francesco Vittorio; poi era nata Cecilia Margherita e, nel 1694, Maria Cecilia Felicita (v.). Finiti i lavori a Montefiascone la famiglia era ritornata a Viterbo ma le premure del cardinale Barbarigo consentirono al figlio Giovanni Pietro di entrare nel seminario di Montefiascone e qui, dopo alcuni anni, si trasferirono nuovamente la madre Clemenza e la figlia Maria Cecilia Felicita. Costei, dopo essere stata affidata inizialmente alle cure di Rosa Venerini, era entrata come educanda nel Monastero della Duchessa e infine era divenuta religiosa nel Monastero di San Pietro a Montefiascone dove resterà fino alla morte avvenuta nel 1766. Il padre Carlo era morto nel 1715 all’età di 75 anni; il fratello Francesco era diventato Agostiniano rinunciando alla sua parte di eredità in favore di Maria Cecilia e di Pietro. La madre Clemenza era morta nel dicembre 1734 mentre il fratello Giovanni Pietro, che era stato insegnante nel Seminario di Montefiascone, moriva nel maggio 1735 e la sorella Costanza, rimasta a vivere a Montefiascone, nel 1741. Non si hanno notizie di un Domenico Baij notaio a Viterbo (nel 1716) e di un Giuseppe Antonio ricordato in un istrumento del 1693.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Volume I. A-B, Viterbo 1992, p. 52; P. Bergamaschi, Vita della serva di Dio donna Maria Cecilia Baij, Badessa del Monastero di S. Pietro di Montefiascone, Viterbo, 1929, 2 voll., passim.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]