Barbacci Antonio – Ecclesiastico, erudito (Tuscania, 24 mar. 1642 – ivi, 27 mag. 1735)
Nacque da due famiglie agiate di Tuscania: sia il padre, Giusto da Barbarano, che la madre, Benedetta di Fabrizio Pocci, provenivano da due famiglie iscritte alla nobiltà locale. Intrapresa la carriera ecclesiastica, B. si laureò in teologia e in utroque iure, quindi venne insignito del titolo di protonotario apostolico. Nel 1693 i canonici del Capitolo della cattedrale di S. Giacomo in Tuscania lo nominarono arciprete, poi primicerio (1708); quindi il vescovo, cardinal Michelangelo Conti, poi papa Innocenzo XIII, lo scelse (1713) come Vicario generale della diocesi. Nella visita pastorale del 1704, effettuata dal vescovo di Viterbo e Tuscania, cardinal Andrea Santacroce, il B. fu incaricato di scrivere la consueta relazione, alla quale dette il titolo di Relatione dello stato antico e moderno della città e chiesa di Toscanella.
Tale opera superò il valore delle normali relazioni compilate dai sacerdoti in occasione di una sacra visita, perché l’autore vi profuse abbondantemente tutte le sue ampie conoscenze giuridiche e storiche, e la arricchì con una vastissima serie di documenti integrali, tanto che essa costituisce una vera e propria miniera di notizie per la storia di Tuscania ed è tuttora consultata dagli studiosi locali e ampiamente citata in diverse pubblicazioni. La copia, tuttora inedita, che si conserva presso l’Archivio Capitolare è quella che lo stesso B. predispose per le stampe e corredò di un utilissimo indice analitico; egli però non riuscì mai a darla alle stampe.
Il B. compilò anche le «lezioni» per il Breviario romano inserite nel proprio del divino ufficio da recitarsi nella festa (locale) dell’8 agosto, ricorrenza dei santi Secondiano, Veriano e Marcelliano, patroni di Tuscania. Morì il 27 maggio 1735 e fu sepolto nella cattedrale di Tuscania, nel sepolcro dei canonici.
BIBL. e FONTI – Arch. Cap. Tuscania, n. 317. Giontella 1997-98, 6, 1997, pp. 3-40; 7, 1998, pp. 33-76, passim.
[Scheda di Giuseppe Giontella – Ibimus]