Calandrelli Enrico – Architetto, Ingegnere (Viterbo, 2 febbr. 1833 – Ivi, 9 genn. 1902).
Membro di un’illustre famiglia del capoluogo, fu attivo a Viterbo nella seconda metà del sec. XIX. Nel mese di sett. 1857 curò l’allestimento degli apparati effimeri per la venuta del pontefice Pio IX (con C. Bonagente); nel 1866 vennero realizzate su suo disegno le nuove cancellate metalliche per i tre fornici della Porta Fiorentina. Fu eseguito probabilmente su suo progetto il campanile della chiesa di S. Maria in Gradi, iniziato nel 1869; nel 1871 ebbe la direzione dei lavori per la collocazione dell’organo nella basilica di S. Francesco alla Rocca.
Tra il 1877 e il 1878 collaborò con L. Carimini in occasione degli interventi di restauro della chiesa di S. Lorenzo. Nel 1879, a seguito della trasformazione del complesso conventuale di S. Maria in Gradi in casa di reclusione, il vescovo di Viterbo diede incarico al C., il quale fu anche studioso di storia locale, di redigere alcune note storico-artistiche sulla chiesa e sul chiostro duecentesco; nel medesimo anno, con P. Vanni e G. Badia, fece parte della commissione giudicatrice del concorso per la realizzazione della nuova «macchina» di S. Rosa.
Negli anni successivi all’Unità d’Italia fu molto attivo nelle organizzazioni cattoliche viterbesi con incarichi di responsabilità: fondatore e Presidente della “Società cattolica di reciproca carità fra i commercianti, gli artisti e gli operai che santificano le feste”, dirigente del Circolo S. Rosa della Società della gioventù cattolica italiana, componente del Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi; in rappresentanza degli oppositori cattolici fu anche membro del Consiglio comunale di Viterbo a testimonianza del fatto che questa parte politica non si limitava alla protesta ma usava delle nuove disposizioni per essere presente nel governo della Città.
Nel 1885 realizzò il palazzo di Bernardino Marcucci al n. 13 di via della Trinità (oggi via Amendola), con una loggia marmorea che sovrasta il portone d’ingresso. Nel 1885 fu incaricato dal Comune di Viterbo e dalla locale Cassa di Risparmio di redigere un progetto di ampliamento della Porta Fiorentina e della sistemazione dell’area antistante esterna alle mura: a seguito dell’intervento venne realizzata la piazza oggi intitolata ad Antonio Gramsci.
Nella seconda metà degli anni Novanta, infine, curò la risistemazione del nuovo Ospizio degli esposti in via S. Pietro, edificato sui resti del palazzo detto di donna Olimpia Pamphili; il nuovo edificio, inaugurato il 5 nov. 1899 alla presenza di Cesare Pinzi, è caratterizzato da una elegante facciata a bugne lisce tripartita orizzontalmente da comici con finestre bifore.
BIBL. – Scriattoli 1915-20, p. 207; Galeotti 2002, pp. 20, 21, 129, 138, 293, 319, 377, 566, 639; G. Nicolai, Lavoro, patria e libertà : associazionismo e solidarismo nell’alto Lazio lungo l’Ottocento, Viterbo 2008.
[Scheda di Raffaella Catini-Ansl; integrazione di Luciano Osbat-Cersal]