Camilli, Stefano – Erudito (Viterbo, 14 mar. 1784 – Roma, 1851)

Figlio di Camillo e di Bernardina Rossi era nato il 14 marzo 1784 nella parrocchia di S. Simeone a Viterbo  e battezzato, insieme al gemello Giovanni Battista lo stesso giorno a S. Giovanni Battista (Registro dei battezzati, 1766-1784, p. 373). Fu avvocato, giudice, pubblicista, di cultura enciclopedica e vissuto tra Viterbo, Urbino e Roma.

Fu Direttore del Gabinetto storico e scientifico dell’Accademia degli Ardenti fino all’aprile 1833. Nell’Accademia era entrato dal 1809 e fu sempre molto attivo;  presiedette la Sezione IV per molti anni e fu Presidente dell’intera Accademia per diversi anni. Numerose le sue relazioni tenute ai soci e tra queste: “Quadro mineralogico del territorio di Viterbo e sue adiacenze…” (1816), “Esposizione di alcune curiosità di storia naturale e di archeologia dei dintorni di Viterbo” (1820), “Prospetto di una statistica generale della delegazione di Viterbo” (1823), “Esposizione delle esperienze eseguite in Viterbo per la coltivazione, zuccherificazione ed altri usi della barbabietola” (1831). Di alcune delle sue conferenze fu fatta poi edizione a stampa come nel caso di Sulla macchina, o mole trionfale che annualmente si costruisce e trasporta per la città di Viterbo, in “Giornale Arcadico”, 1828, n. 115-117, pp. 339-343 (riedita a Viterbo nel 1977) e Il nuovo carcere ed il pubblico macello di Viterbo in “Giornale Arcadico”, t. LXXXVII, pp. 25-38 e ancora Iscrizioni armene, ebraiche, greche ed etrusche in Viterbo, Roma, Tipografia delle belle arti, 1847.

Nel 1833 dette le dimissioni dal Gabinetto (che era stato un primo abbozzo di quella che poi diventerà la Biblioteca comunale e il Museo civico di Viterbo) e dalla stessa Accademia e lasciò Viterbo. Nel 1840 si era trasferito ad Urbino. Poi fu a Roma dove ebbe incarichi nell’amministrazione pontificia. Fu collaboratore di diversi periodici romani (tra questi il “Giornale Arcadico” e “Album”) sui quali comparvero suoi scritti di storia, di arte e di agricoltura di Viterbo, ma anche annotazioni sui temi più diversi dalle consuetudini della vita di corte alla vita delle popolazioni selvagge, dalla storia di un monumento alla scheda di una pianta. E talvolta si è cimentato anche con le novelle e con il disegno. Le ultime sue pubblicazioni sono datate al 1852: egli era morto l’anno precedente probabilmente a Roma dove da ultimo sembra si fosse trasferito. Nella Biblioteca degli Ardenti si conservano due fascicoli di manoscritti del Camilli, in parte inediti. Di notevole interesse la sua pubblicazione dal titolo Direzione per osservare i monumenti più cospicui della città di Viterbo e notizie relative (Viterbo, Poggiarelli, 1824) che è considerata la prima guida della città di Viterbo.

BIBL. – A. Freddi Cavalletti, Viterbesi illustri. Stefano Camilli, in “Viterbo. Bollettino municipale”, Anno VIII, 1935, marzo, pp. 3-8; M. Zedda, Nuove ricerche sull’Accademia degli Ardenti, in £Biblioteca e società”, a. XV (1996), n. 1-4, pp. 58-59; G. Signorelli,  Viterbo dal 1789 al 1870, Viterbo 1914, p. 337-338, 377-378, 403-404, 670.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]