De Angelis, Girolamo – Storico, umanista (Latera, 4 nov. 1780 – Montefiascone, 30 mar. 1846).
Entrò nel seminario di Montefiascone il 2 gen. 1793, terminando gli studi nell’agosto del 1802. Nel novembre dello stesso anno il cardinale Jean-Siffrein Maury, vescovo di Montefiascone, che ne ammirava le capacità, lo nominò maestro di grammatica inferiore, catechismo, calligrafia, canto fermo, e gli assegnò un canonicato nella chiesa collegiata di San Lorenzo. Consacrato sacerdote nel 1803, gli fu assegnata la cattedra di filosofia e quindi insegnò logica, metafisica, fisica e matematica. Successivamente subentrò al canonico Amanzio Dieche, richiamato in Francia all’Università della Sorbona da Napoleone, nella cattedra di Teologia. All’epoca dell’invasione napoleonica, costretto a scegliere tra il giuramento di fedeltà all’imperatore e l’esilio, preferì il bando e quindi, nel giugno 1810, venne trasferito a Briqueras, castello posto alle radici delle Alpi in Piemonte. Grazie all’influenza del cardinale Maury su Napoleone venne tolto dal rigido clima del luogo e trasferito a Parma il 6 ott. 1811, dove si ritrovò con molti colleghi e amici. Il 13 luglio 1812 gli esiliati vennero di nuovo invitati a prestare giuramento, con l’incentivo di 120 scudi per il viaggio di ritorno. Molti accettarono, ma non il D. che, insieme ad altri cinquanta, venne rinchiuso nelle carceri di Parma; nella stessa occasione altri ottanta esiliati furono inviati in Corsica. Il 27 novembre dello stesso anno, a un nuovo invito a giurare, il D. confermò il suo rifiuto e quindi fu trasferito nella fortezza d’Alessandria, dove arrivò l’8 dicembre.
Alla fine del 1813 venne trasferito da Alessandria a Genova, nel carcere di S. Marta, per essere imbarcato per la Corsica. Il viaggio in mare, per motivi logistici, non poté avere luogo, e quindi il D. rimase nella prigione di Genova fino al giorno della liberazione, avvenuta all’inizio del 1814. Durante la penosa prigionia aveva iniziato a scrivere una raccolta di versi latini in forma di elegia, ode, epigramma e carme, che terminerà nel carcere di Genova, intitolandola Tristia (Pesauri, ex officina nobiliana, 1835). La «Gazzetta Privilegiata di Bologna» del 1836 così ne parla: «Il Canonico Girolamo De Angelis viene a spargere lagrime su quei tristi avvenimenti, gran parte dei quali lui pure toccarono, e a versare fiori di Elicona sulla […] tomba di quelli, ai quali non bastò la vita per soffrire. Egli in altrettante odi od elegie narra i tristi casi suoi e dei suoi compagni, e a luogo a luogo ne porge cognizioni recondite, a luogo a luogo ne richiama a sospirare su quei giorni infelici». Tornato a Montefiascone, fu nominato canonico della cattedrale e professore di teologia dogmatica nel seminario, incarico che tenne fino alla morte. In seguito fu anche professore di lingua ebraica e di canto gregoriano e lettore della cattedra di Sacra Scrittura.
In quegli anni compose e pubblicò varie dissertazioni teologiche, la traduzione dall’ebraico del Salterio in versi latini e gli Elementi di canto gregoriano ad uso dei giovani alunni del seminario e collegio di Montefiascone e Corneto (Montefiascone, Tipografia del Seminario, 1827); compose anche Patriae desiderium, un’inedita raccolta poetica. Dopo essere stato nominato canonico decano e provicario generale, rinunciò all’incarico di vescovo di Amelia concessogli da Gregorio XVI. Sebbene assorbito dai molteplici impegni, nel 1841 pubblicò il Comentario storico-critico sulla città e cattedrale di Montefiascone (Montefiascone, Tipografia del Seminario, 1841), il primo studio che tratta della storia della città in maniera organica.
BIBL. – Bergamaschi 1919, pp. 601-703.
[Scheda di Giancarlo Breccola – Ibimus]