De Parri (Parri) – Famiglia (Piansano, secc. XVII-XIX)

Fino alla prima metà del Settecento il cognome era registrato a Piansano come Parri (la famiglia è lì presente dal XVI secolo), nei decenni successivi si alterna Parri con De Parri e, nel secolo successivo, quest’ultima versione diventa la norma. Era una famiglia che nel XVIII secolo si era imparentata con importanti famiglie sia locali (i Mazzariggi di Cellere) che laziali (gli Jacobini di Genzano) ma anche romane e napoletane. In occasione del battesimo di un esponente della famiglia a Piansano fu presente il vescovo di Montefiascone-Corneto, Giovanni Sifredo Maury, poi cardinale.

Erano piccoli proprietari che erano diventati allevatori e affittuari di terre da coloro che le avevano avute in enfiteusi dalla Camera apostolica. A Piansano divennero una delle famiglie dominanti sia per le posizioni di prestigio di alcuni dei suoi membri (il capitano Domenico Antonio Parri, 1715-1766, il parroco don Domenico Parri, 1690-1772, il sacerdote don Angelo Parri, fratello di Domenico) sia per le alleanze strette negli ambienti della Diocesi di Montefiascone e del mondo ecclesiastico in genere (furono i Parri a trovare la sede per la scuola delle Maestre pie al tempo del Barbarigo, furono i Parri ad ospitare spesso san Paolo della Croce nelle sue visite al paese, furono i Parri in qualche maniera a governare anche la vita della serva di Dio Lucia Burlini, furono ancora i Parri a costruire e a gestire alcuni degli edifici sacri di Piansano come la chiesa campestre di Sant’Anna, la chiesa del Suffragio, la ricostruzione della stessa chiesa parrocchiale).

Dopo aver tentato di acquistare la castellania di Piansano, nel 1804 acquistarono una tenuta nel Comune di Canino mentre nel territorio di Marta erano divenuti proprietari della “Macchia di Marta”. A Canino riuscirono a far cancellare lo jus pascendi e lo jus lignandi che la comunità possedeva. Nel Catasto Gregoriano relativo a Piansano (1820) sono di gran lunga la famiglia con i più cospicui possedimenti immobiliari. Nel 1828 presero in affitto i terreni della castellania di Capodimonte e di Marta che condussero per un decennio. I loro ottimi rapporti con la famiglia Cini, in quell’epoca proprietaria di Piansano, risaltano nell’opuscolo O Maria del cielo e della terra regina in questo dì a voi sacro sotto il titolo del rosario che in Piansano solennemente si celebra Gio. Battista Parri questo libretto de’ vostri pregi encomiatore al popolo divoto dispensa e a voi fa calda prece che Filippo Conte Cini e Giulia consorte di lui contessa i cui nomi ha cari ed onorati il popolo piansanese… 7 ottobre 1838, Viterbo 1838. Segno della loro ascesa a livello del territorio la pubblicazione 14 aprile 1856. Per le nozze di Constantina de’ Parri di Piansano con Cesare Rispoli di Viterbo i fratelli della sposa offrono, Viterbo 1856. Dopo l’Unità i De Parri continuarono ad avere un ruolo decisivo nella storia dell’amministrazione pubblica di Piansano e nella vita economica del paese. La famiglia De Parri vive tuttora a Piansano.

BIBL. – A. Mattei, Terra Planzani. Epopea contadina di una comunità dell’Alto Lazio negli ultimi due secoli, Grotte di Castro, 1994, 2^ ed., passim, in particolare le pp. 43-47; M. Proietti, Piansano. Dalla rifondazione farnesiana ai catasti pontifici. Gli abitanti e le case nel Catasto Gregoriano (1820), Roma, 2010, passim..

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]