Grispigni – Famiglia (Viterbo, Secc. XVI-XX]

Il capostipite si ritiene sia stato Pier Angelo, alias Crispigno, di professione barbiere. Un suo figlio, Girolamo, nel 1531, era interessato al Bagno delle Bussete. Francesco di Girolamo, calzolaio, si sposò con Fenizia Bartoli e rimasto vedovo, con Creusa di Antonio di Mugnano nel 1554. Da Francesco discese Girolamo che sposava Lavinia Gnazza e poi Modesta Speroni. Tra i suoi figli si ricorda Francesco, anche lui calzolaio, che sposò Costanza Cavarozza sorella del pittore Bartolomeo Cavarozza. Dei figli di Francesco si ricorda Bartolomeo e Giovan Lorenzo. Dal primo derivarono Girolamo (canonico della Cattedrale di Viterbo) e Francesco che fu ministro dei beni del conte Pietro Giraud, che era allora appaltatore dello spaccio del tabacco nello Stato pontificio, e nel 1741 aveva avuto da Patrizio Patrizi (allora Tenente generale delle Poste dello Stato pontificio) il subappalto delle stesse. Da Francesco discese Domenico che fu canonico nella Collegiata di S. Angelo in Spatha a Viternbo e Bartolomeo che fu pizzicagnolo in   Piazza delle erbe nel 1786 e poi a Ronciglione nel 1787, poi nuovamente a Viterbo in Piazza Fontana Grande dove, nel 1795, aveva un negozio di calzoleria. Dal matrimonio di Bartolomeo e Giulia Giovannini nacque Francesco che continuò il commercio paterno e dal suo matrimonio con Ottavia Chiucchiulini e poi con Caterina Martelli derivarono, tra gli altri, Luigi che fu Gesuita e Nicola (v.) che fu insegnante nel Seminario di Viterbo, poi Rettore e, nel 1845, Vescovo di Poggio Mirteto e successivamente di Foligno dove morì nel 1879.  Loro fratello fu Giovan Domenico che si trasferì a Roma dove sposò Olimpia Guglielmi: un suo figlio, Francesco, fu Consigliere provinciale e facente funzioni di Sindaco di Roma (tra il 1871 e il 1872). Da Giovan Lorenzo era nato Agostino che, come il nipote Giuseppe, era stato orefice e argentiere nella prima metà del Settecento a Viterbo. 

Da Giacoma Grispigni di Pietrangelo che aveva sposato Giacomo Couzza nel 1569 derivò un ramo che si distinse sia per la professione di calzolaio sia per essere alcuni rappresentanti assurti al rango di notaio come Francesco (1707) e Nicola (1748-1776). Nell’Ottocento troviamo Pietro che fu perito agronomo e deputato nell’Ospedale Grande degli Infermi negli anni 1879-1891; si sposò con Rosa Venturini di Bagnoregio ed ebbe tra i figli Luigi che fu Commissario prefettizio del Comune di Viterbo tra il 1944 e il 1946 e Filippo (V.), giurista, scrittore, docente universitario di diritto penale e autore di numerose pubblicazioni lungo tutto il periodo fascista (ma alcuni suoi testi sono stati riediti anche negli anni successivi).

Da Vincenzo di Liborio e da Maria De Alexandris è disceso Luigi che fu insegnante nel Seminario di Viterbo; Gaetano che fu ufficiale nell’esercito regio; Giuseppe che fu generale della Guardia di finanza; Liborio che dal 1886 fu a Castel Sant’Elia come Segretario comunale e dove sposò Augusta Cardarelli di Nepi da cui nacque Augusto che fu combattente nella Prima guerra mondiale e poi per oltre trent’anni fu sindaco e poi podestà del suo paese natale e autore del saggio su Il Castello di Sant’Elia de Pentoma pubblicato postumo nel 1997 (Bassano del Grappa, Grafiche Tassotti; lui era morto nel 1959). Si era sposato nel 1908 con Augusta Manetti di Ronciglione, matrimonio che aveva dato vita al ramo Grispigni-Manetti.

BIBL. – N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo, 2003, pp. 255-259; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. III, Parte I, Viterbo 1964, p. 30, 57,205; Parte II, Viterbo, 1969, p. 378,  518; N. Angeli, Orafi e argentieri a Viterbo, Viterbo, 2015, p. 63.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]