Lucchi – Famiglia (secc. XVIII-XIX)

I Lucchi sono architetti viterbesi vissuti tra  XVIII e XIX secolo. Il capostipite fu Domenico Antonio, che alla fine del sec. XVII compare a Viterbo provenendo da Genova. Il figlio Rocco (1725-1804) fu «peritissimo» mastro-muratore, costruttore di fiducia del principe Pamphili, restauratore di chiese.

Si sposò due volte; dalla prima moglie, Giacinta Bagatti fu Antonio, ebbe Domenico Antonio (Viterbo, 5 marzo 1753 – Roma, 1° marzo 1791), il quale studiò architettura a Roma, sotto la guida di Nicola Giansimoni, iniziando in quella città e a Viterbo la propria attività. In particolare, lavorò a un progetto per il rinnovamento del Teatro dei Nobili nel salone del palazzo del Podestà in Piazza del Comune; il progetto, datato 1782, non fu attuato, ma ne restano i disegni, rinvenuti da Andrea Scriattoli nella Biblioteca Comunale degli Ardenti. Nello stesso anno costruì i due altari laterali della chiesa della Confraternita del Gonfalone, ricevendo venti scudi di compenso.

D. A. disegnò inoltre nove tavole con porte «da città», che furono incise su lastre di rame, prive di note editoriali; di recente sono state stampate in un «quaderno» pubblicato dall’Università della Sapienza di Roma (edizione non commerciale di 100 copie, 1990), a cura di Mario Curti: Tra permanenze e innovazioni tipologiche le “Porte da città’’ di Domenico Lucchi viterbese (1784) confrontate con i modelli precedenti, l’interessante qualità dei disegni, sottolineata dal curatore, mostra che egli era ben aggiornato nella cultura architettonica del suo tempo, «tra le antiche concezioni stilistiche dei trattatisti del Cinquecento e le nuove del Valadier e successori» (Angeli). Fu ascritto all’Oratorio dei Sacchi di Viterbo.

Dalla seconda moglie, Caterina Paffetti, sposata nel 1767, Rocco ebbe, tra gli altri figli, Francesco (1779-1853), anch’egli divenuto architetto, con opere in Viterbo e nella provincia.

La famiglia Lucchi ebbe cappella e sepoltura presso la chiesa di S. Faustino, loro parrocchia. Una strada di Viterbo è intitolata a loro nome; all’angolo con Via Cairoli si trova il palazzetto di loro residenza, noto ora come palazzo Colesanti.

BIBL – Noris Angeli, Domenico Antonio Lucchi, architetto viterbese, in  «Biblioteca e Società», fasc. 3-4, dic. 1990, p. 20.

[Scheda di Orietta Sartori – Ibimus]