Luigi da Bagnaia, o.f.m. (al secolo Pietro Paolo Pietrosi) – Religioso (Bagnaia (VT), 10 ott. 1776 – Viterbo, 14 ott. 1845).
Figlio di Giovanni Maria e di Angela Rosa Aquilani, studiò presso i padri Predicatori del santuario viterbese di Maria SS. della Quercia; a diciannove anni vestì l’abito dei frati Cappuccini con il nome di Luigi da Bagnaia (16 giugno 1795). Terminato il noviziato intraprese gli studi teologici nel convento di S. Paolo a Viterbo e, probabilmente, durante il biennio repubblicano 1798-1799 come molti confratelli si spostò a Napoli. Nel 1801, superato l’esame del definitorio per ottenere la licenza alla predicazione, preparò il concorso al lettorato.
Dal 22 apr. 1803 divenne lettore di filosofia nello studio cappuccino della Tolfa; negli anni seguenti si spostò con il medesimo incarico nel convento di Ficulle e in quello di Montefiascone, dove esercitò il lettorato fino alla soppressione napoleonica (1810). Ricoprì importanti cariche all’interno dell’Ordine: fu nominato definitore provinciale (1817) generale e ministro provinciale (1824-27), nonché procuratore generale. Stabilì la sua residenza nel convento della Palanzana di Viterbo, seppure gli impegni dell’apostolato lo portarono frequentemente altrove.
Dotato di grande capacità oratoria, con un forte senso della missione della predicazione apostolica, negli anni tra il 1823 e il 1837 si spostò nelle diverse Province della famiglia Cappuccina: fu predicatore apprezzato a Firenze, a Genova, a Pisa e alla Corte di Napoli. Chiamato a Roma da Gregorio XVI nel 1838 divenne membro dell’Accademia di Religione Cattolica; tra il 1838 e il 1841 fu ammesso tra i consultori della Sacra Congregazione dei Riti e nominato esaminatore del clero e dei vescovi. Nel giugno 1840 fu nominato predicatore del Sacro Palazzo Apostolico in sostituzione del confratello Lorenzo da Camerata eletto vescovo in partibus di Corycus in Asia Minore.
Con breve pontificio del 7 genn. 1844 fu nominato ministro generale dell’Ordine, incarico che ricoprì fino alla morte. È nota una sua opera dal titolo Panegirico di santa Catterina da Bologna (Bologna, tip. Ulisse Ramponi, 1821).
BIBL. – Corrado da Alatri 1945, pp. 137-150; Melchior de Pobladura 1951, pp. 461-452; Piolanti 1977, p. 117; Frittelli 1989, pp. 27-31; Boutry 2002, p. 716 (con rif. alle fonti d’archivio e bibl.).