Manenti, VincenzoPittore (Orvinio, 1600 – 1674)

Intorno alla metà del Seicento le opere di questo pittore sono molto numerose nella Sabina e ciò nonostante la sua personalità artistica non sia stata ancora adeguatamente studiata. Lo si dice frequentatore della bottega del Cavalier d’Arpino a Roma e poi del Domenichino ma il suo primo maestro fu certamente il padre Ascanio. Fece due fortunati matrimoni che, oltre alle numerose committenze che fu capace di gestire, gli assicurarono un cospicuo patrimonio e fu chiamato diverse volte a cariche amministrative nel suo paese natale. L’interesse per questo pittore si collega alla Tuscia per i lavori da lui eseguiti nella chiesa di San Terenziano, a Capranica, nella Diocesi di Sutri-Nepi. Queste pitture raffigurano le quattro virtù cardinali; due scene con episodi apologetici della vita di san Terenziano; una gloria di angeli che recano la corona e la palma del martirio. L’anno di esecuzione era stato il 1644, nella “fase più alta del suo magistero artistico, in un momento di più intensa attività che lo vede operare su tela e ad affresco nei vari cantieri di Rieti, Subiaco, Montopoli e nell’abbazia di Farfa, dove in quegli anni era abate il fratello Ferdinando” (Ricci, p. 68).

Nelle opere del Manenti si legge il riferimento frequente alla scuola del Domenichino e forse addirittura ad una sorta di sodalizio tra i due che spiega le numerose citazioni di tipi e di brani del Domenichino come nei bellissimi paesaggi che dalla metà degli anni Trenta del Seicento abbelliscono le pitture del Manenti e come la sua considerevole capacità ritrattistica che usa spesso per lasciare autoritratti e ritratti di sè nei personaggi dipinti.

BIBL. – F. Ricci, Vincenzo Manenti, pittore reatino a Capranica, in “Informazioni. Periodico del Centro di catalogazione dei beni culturali” anno V, n. 12 (1996), pp. 68-71; V. Di Flavio, Ascanio e Vincenzo Manenti pittori sabini, in “Lunario Romano” XIX (1989), pp. 127-140.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]