Marangoni, Giovanni – Erudito, educatore (Vicenza, 6 ago. 1673 – Roma, 5 feb. 1753)

Figlio di Francesco e di Marietta, dopo i primi di anni di studio nella città natale entrò nel seminario di Corfù, dove il 4 apr. 1685 gli fu conferita la prima tonsura; in quegli anni (1678-1685) vescovo della locale diocesi era monsignor Marco Antonio Barbarigo. Ordinato sacerdote a Roma il 22 sett. 1696, svolse per lungo tempo l’attività di predicatore nel Basso Lazio, in particolare a Bassiano, Sermoneta, Terracina, Sonnino, Atina, Anagni, Segni e Carpineto. Dal 5 febbr. 1703 al dic. 1709 fu sacerdote del Collegio dei preti secolari di S. Girolamo della Carità a Roma. Nel 1710 strinse una solida amicizia con l’archeologo Marco Antonio Boldetti canonico della chiesa di S. Maria in Trastevere di Roma e custode delle Sagre Reliquie, ossia sovrintendente delle catacombe di Roma; entrò in contatto anche con monsignor Ciriaco Lancetta, uditore della Sacra Rota dal 1696. Tra le opere più prestigiose si ricorda una Chronologia romanorum pontificum (Romae, ex typographia Antonii de Rubeis apud Pantheon, 1751), compilata su richiesta di Benedetto XIV.

Fu inoltre autore di numerose vite di santi e biografie di personaggi moderni, tra cui quelle del cardinal  Barbarigo (1716, pubblicata successivamente a cura del sacerdote Enrico Chierichetti con il titolo Vita del servo di Dio cardinal Marco Antonio Barbarigo vescovo di Montefiascone e Corneto, Montefiascone, Seminario Barbarigo, 1930), di padre Buonsignore Cacciaguerra (Vita del servo di Dio il p. Buonsignore Cacciaguerra compagno di S. Filippo Neri, Roma, per Gio. Francesco Buagni i n S. Michele a Ripa, 1712), del padre carmelitano Angiolo Paoli (Compendio della vita del venerabile padre Angiolo Paoli Carmelitano, Bologna, nella stamperia di Lelio dalla Volpe, 1727), di Maria Teresa Gentili ( Vita della signora Maria Teresa Gentili educanda nella ven. congregazione del ss.mo Bambino Gesù della città di S. Severino nella Marca, Roma, nella stamperia di Gio. Zempel presso Monte Giordano, 1739), di Giovanni Agostino Adorno, fondatore dei Chierici Regolari  Minori e dell’Orazione Circolare Continua (Vita del venerabile padre Giovannagostino Adorno, Genova, nella stamperia di Bernardo Tarigo, Canneto, 1753), di don Biagio Morani , direttore del monastero del Divi no Amore di Montefiascone (Vita del servo di Dio don Biagio Morani di Mercatello confessore, direttore, e quasi fondatore del nuovo istituto del monastero del Divino Amore nella città di Montefiascone, Montefiascone, nella stamperia  del  Seminario, presso Cesare Radicati, 1763).

Fautore delle scuole delle Maestre Pie, nel feb. 1706 conobbe Claudia De Angelis, che in quel periodo si trovava a Roma, ammalata, e ne divenne direttore spirituale iniziando con lei un lungo e proficuo sodalizio. M. iniziò a recarsi ad Anagni, dove conobbe don Carlo Testè (1677-1748), arciprete della locale chiesa di S. Pancrazio, e Gregorio Lauri (1661 -1747), discendente di una ricca e prestigiosa famiglia locale, canonico penitenziere della cattedrale, in seguito vicario generale della diocesi, curatore del riordinamento dell’archivio capitolare locale, poi vescovo di Ripatrasone ed Ascoli. Si impegnò alacremente con la De Angelis per la fondazione di una scuola gratuita per le fanciulle ad Anagni, sull’esempio di quelle fondate dalle Maestre Pie Filippini e Venerini. Tra i collaboratori dell’opera figuravano Testè e Boldetti (che alla sua morte lasciò i suoi beni alla scuola). Nel 1712 conobbe a Segni i l vescovo Filippo Michele Ellis, che sull’esempio dell’esperienza anagnina intendeva fondare un istituto femminile nella sua diocesi. Il tentativo fallì. La struttura di Anagni fu inaugurata il 25 maggio 1709, con la denominazione di Luogo Pio, in seguito modificata i n Scuola Pia della Carità. In essa alle fanciulle venivano impartiti insegnamenti pratici e spirituali. L’8 dic. 1713 venne eretta l ‘Opera Pia della Carità, alla presenza della De Angelis e con l ‘approvazione del papa Clemente XI. In quegli anni la salute della De Angelis, già malferma, peggiorò; il 10 febbr. 1715 ella dettò i l suo testamento a M., che lo depositò l’11 maggio presso i l notaio Perelli. La De Angelis morì a Roma i l 29 giugno 1715. Dal 1706 i l M. aveva iniziato a scrivere una biografia di Claudia, i n cui aveva annotato considerazioni e avvenimenti, che completò nel 1727 ( Vita della serva di Dio suor Claudia de Angelis, Roma, 1805).

Il profondo dolore del M. per la morte della De Angelis è testimoniato da una lettera che scrisse al Testè 1’8 luglio 1715: nel testo, in qualità di esecutore testamentario, si propose di continuare l ‘opera anagnina dal punto di vista sia pratico sia spirituale. Nominato priore dell’abbazia di S. Giorgio ai Monti di Anagni nel 1717, nel 1721 ottenne dal pontefice Clemente XI la possibilità di concederla in enfiteusi perpetua alla Scuola Pia. Nel 1 720 compilò la memoria della visita alla struttura del vescovo Giovanni Battista Bassi, promotore di numerose attività nel la diocesi, avvenuta il 14 novembre. Nel 1724 fu eletto canonico della cattedrale di Anagni, carica che lasciò nel 1725 per dedicarsi completamente alla sua opera. Il 16 luglio 1728, grazie all’aiuto del cardinal Gioacchino Besozzi, riuscì a ottenere l’associazione della Scuola Pia con l’Ordine cistercense, e prima del 1 729 fu nominato protonotario apostolico. Nel 1743 vennero stampati gli Acta passionis, atque translationum S. Magni episcopi tranensis, et martyris ex pervetustis codicibus, tum Casinensi (Aesij, typis Joannis Baptistae de Juliis publici impressoris, & episcopalis, 1743), considerati la sua opera storiografica più importante sulla città di Anagni. Il 9 marzo 1748 Benedetto XIV emanò il breve Militantis Ecclesiae con cui l’Istituto Pio veniva designato come monastero, senza clausura. Nel 1749, dopo il trasferimento del vescovo monsignor Giovanni Antonio Bacchettoni dalla diocesi anagnina, al M. venne proposto di ricoprirne l’incarico, ma egli rifiutò per continuare a occuparsi della sua attività. Dal 1749, succedendo al Boldetti, rivestì la carica di responsabile generale delle catacombe romane. Colpito nel 1751 da una grave malattia, ottenne la possibilità di fare ritorno nel convento di S. Girolamo della Carità a Roma, dove morì e fu sepolto. Molti suoi scritti sono conservati nell’archivio delle Suore Cistercensi della Carità di Anagni. Altro materiale andò distrutto nel1’incendio della sua stanza presso l’Oratorio di S. Filippo Neri, avvenuto i l 25 marzo 1 737.

BIBL. – Fiaschetti 1805; Tomieri Arnaldi 1856; Zappasodi 1908, 11, pp. 229-231, 257; Verghetti 1 9 16; Marangoni 1 930; HC, V, pp.  1 01, 334, 357; DIP, III, c. 396, VI, cc. 567-568; Sibilia 1961, pp. 85-109; Sibilia 1963b, pp. 71-93; Sibilia 1964, p. 95; Nicola Parise, Boldetti, Marcantonio, in DBI, 11 , pp. 247-249; Sibilia 1972; Navarra 1973; Bianchi 1975; Raspa 1981, pp. 573-594, 577-579 ; Agostino Santucci in Bibliotheca Sanctorum, Appendice 1, coll. 398-402; Caraffa 1985, pp. 138-140; Fiuggi 1989; Marangoni 1995; Raspa 1995 (con lettere e documenti originali , con servati presso l ‘archivio del monastero di Anagni, tra cui un manoscritto opera di una religiosa anonima sulla storia della fondazione, datato 1750, ff. 1 -31); Caffiero 2000, pp. 72, 88-89, 1 16, 184-185; Raspa 2000, pp. 237-258; Sperindei 2005, p.  164.

[Scheda di Barbara Scanziani – Ibimus]