Mariotti Mario – Cantante (Roccalvecce, 10 ott. 1765 – ivi, 14 mar. 1844)
Figlio di Pietro Paolo e di una Maddalena, aveva una bella voce di soprano che gli fece riscuotere un buon successo nei teatri: impersonò personaggi femminili nei teatri di Perugia, Roma, Spoleto, Viterbo. Si ricordano qui solo le sue presenze sulle scene viterbesi: cantò negli intermezzi Lì tre Orfei (1787) e la Donna di spirito (1788) di Marcello di Capua e nella Giannina e Bernardone di Domenico Cimarosa. Nello stesso periodo fu virtuoso della cappella della cattedrale di Viterbo (1786).
Nonostante conoscesse bene il canto fermo e nei libri dei camerlenghi sistini sia detto «gran professore», M. non risaltò molto quando entrò nella Cappella Pontificia dove venne ammesso come suprannumerario il 3 marzo 1795, divenendo titolare il 9 sett. 1805. Nei mesi di nov.-dic. 1814 subentrò come maestro provvisorio a Luigi Domenichelli, che era stato giubilato, e l’anno dopo (1815) divenne maestro pro tempore. In quell’anno fece predisporre un nuovo codice con il Passio secundum Marcum, con dedicatoria di Giuseppe Baini al prefetto del Sacro Palazzo monsignor Benedetto Naro.
M. fu tra i cantori che, rimasti fedeli al papa prima della Restaurazione, nel 1815-1817 rivolsero, inutilmente, suppliche al papa per un risarcimento alla loro fedeltà.
Dopo la giubilazione (2 marzo 1820) prolungò il servizio per altri dieci anni al termine dei quali (marzo 1830) si ritirò a Roccalvecce, dove rimase, con autorizzazione, anche quando diventò decano (23 luglio 1840).
BIBL. — Llorens 1960, pp. 208-209 n. 187; Brannetti 1981, pp. 37-38; Sartori, Indici, II, p. 408; Kantner – Pachovsky 1998, pp. 27, 33, 118, 165, 270-272.