Paganini, Giulio – Sindaco (Campagnano, 1876 – Roma, 16 sett. 1941)

Era figlio di Giuseppe e di Olimpia Montebove ed era nato a Campagnano nel 1876. Aveva sposato  Prada Boninzella. Aveva studiato medicina e si era laureato alla Sapienza di Roma. Dal 1898 al 1905 era stato il Presidente del Circolo Santa Rosa della Società della Gioventù Cattolica Italiana che fu la prima organizzazione di quella che sarà l’Azione cattolica italiana.

Era stato consulente del Laboratorio veterinario provinciale negli anni intorno al 1915.

Nell’ottobre 1920 le elezioni amministrative a Viterbo decretano la vittoria dello schieramento dei Popolari che in Consiglio comunale avranno 24 consiglieri a fronte di 3 della lista dei combattenti e 3 di quella dei socialisti. Giulio Paganini sarà il Sindaco, espressione del neo organizzato movimento cattolico, che si troverà a gestire l’opposizione di Viterbo al fascismo e poi la sua resa, alla vigilia della Marcia su Roma dell’ottobre 1922. La sua amministrazione si scioglierà nel novembre 1922 anche per le differenze all’interno dei cattolici organizzati rispetto all’atteggiamento da tenere di fronte a Mussolini e al fascismo. Gli subentrerà un  regime commissariale prima con Fabio Valente e poi con Pier Luigi Sagramoso che porteranno alle elezioni del luglio 1923 quando i fascisti saranno alla guida anche del Comune di Viterbo con Antonio Maturi.

Il 3 aprile 1921 egli era presente alla ricognizione del corpo di santa Rosa che portò poi agli interventi di restauro conservativo sulla reliquia della beata viterbese.

Era residente a Roma quando muore  il 16 settembre 1941 e viene sepolto a Viterbo.

BIBL. e FONTI – https://www.antenati.san.beniculturali.it/ark:/12657/an_ua957338/Lo6mDo7., B. Di Porto, La Resistenza nel Viterbese, in “Quaderni della resistenza laziale”, n. 3, Roma 1977, p. 14, 26; S. De Amicis, Combattenti tra democrazia e fascismo. L’Associazione Nazionale Combattenti di Viterbo. 1919-1925, Viterbo, 2019, p. 118, 119, 213, 216; M.C. Bernardini, La classe dirigente negli anni del fascismo. Il caso viterbese, Viterbo, Settecittà, 2008, pp. 89, 102.

[Scheda di Luciano Osbat – Cersal]