Polidori (da Corchiano) – Famiglia (Corchiano, Secc. XVI-XVIII)
Antica famiglia di Corchiano, stabilita nel sec. XVI a Viterbo ed ivi ascritta nel 1662 alla locale nobiltà. Va tenuta distinta da altre omonime famiglie pure fiorite a Viterbo. Pietro Paolo (morto nel 1633 a 75 anni), notaio a Corchiano con atti rogati negli anni 1571-1577, fu il capostipite della famiglia viterbese, essendosi trasferito sul finire del Cinquecento nel capoluogo del Patrimonio. Prestigio alla famiglia venne dal nipote Giovanni Leonzio (1614-1666), canonico della cattedrale viterbese e agente del cardinal Girolamo Farnese. Dal fratello di Giovanni Leonzio, Pirro, nacque Polidoro (1646-1713), pubblico notaio (atti rogati negli anni 1652-1710), cancelliere vescovile, segretario dell’Accademia degli Ardenti. Sposò Anna Febei, della nobile famiglia orvietana. Un suo sonetto fu pubblicato nei preliminari della tragedia sacra Le cinque piaghe di Cristo (Ronciglione 1652) dell’arciprete di Canepina Bernardino de Angelis; più nota è la sua relazione Applausi festivi di Viterbo (Viterbo, appresso Pietro Martinelli, 1683) per l’ingresso del vescovo Urbano Sacchetti. Nel 1700 era deputato e procuratore del Monastero di San Bernardino e nel 1708, insieme con il figlio Pietro Paolo Filippo, impose un censo su una casa che aveva venduto a favore della Cappella dei santi Ilario e Valentino che era stata eretta nella Cattedrale di Viterbo.
Nel 1712, come segretario del Comune, dedicò al conte Giulio Bussi il Panegirico in lode di s. Rosa vergine viterbese (Viterbo 1712) del francescano Francesco Antonio Gervasi; l’opuscolo contiene un suo sonetto come Accademico Ardente detto l’Incauto. In quell’anno aveva fatto testamento (aveva allora 78 anni) lasciando 25 scudi all’Oratorio di San Girolamo dei Segreti del quale era confratello. Il figlio Pietro Paolo Filippo (n. 1684) fu a sua volta notaio e amante di lettere: suo il testo poetico dell’oratorio Il Rifiuto del triregno fatto da san Filippo Benizii in Viterbo (Montefiascone, nella Stamperia del Seminario, 1705), basato sul rifiuto del papato da parte di san Filippo Benizi nel 1271, quando viveva romito sui monti Cimini; non se ne conoscono i dati dell’esecuzione e il nome del compositore. Con questo attivo notaio (che ebbe per aiuto Paolo Giuseppe Zazzara) si estinse questo ramo dei Polidori originari di Corchiano, famiglia che ebbe casa in contrada S. Matteo e sepolture nelle chiese di S. Maria del Paradiso e di S. Maria della Verità.
BIBL. – Angeli 2003, pp. 417-418, 583, 817 (con completo albero genealogico). Inoltre: Carosi 1957, n. 183; Rhodes 1963, pp. 154, 169; Signorelli 1968, p. 153; Franchi 1988, p. 329; Carosi 1990, pp. 21, 166, 199; Franchi 1994, p. 731; Carosi 1997a, p. 94.
[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus; integrazione di Luciano Osbat – Cersal