Turriozzi Fabrizio – Cardinale (Tuscania, 16 nov. 1755 – Roma, 9 nov. 1826).

Discendente da nobile famiglia ascritta al patrizia­to di Toscanella e di Anagni, studiò dapprima al Se­minario di Montefiascone; si trasferì poi a Roma, dove seguì i corsi di teologia al Seminario Romano. Nel 1796 in qualità d’incaricato d’affari della San­ta Sede fu inviato a Torino presso Carlo Emanuele IV e l’anno successivo rappresentò il pontefice alla conferenza nella città renana di Rastadt, che avreb­be dovuto delimitare i confini tra Francia e Impero, ma che fu interrotta dalla Seconda coalizione organizzata contro la Francia. Tor­nato a Roma, entrò in prelatura quale cameriere se­greto soprannumerario e subito dopo (28 sett. 1801) fu prelato domestico di Pio VII; nell’apr. 1802 fu re­ferendario della Segnatura e a maggio ebbe l’inca­rico di governatore di Iesi.

Lasciate le Marche in seguito all’invasione francese, fu governatore di Marittima e Campagna dal 6 ago. 1808; chierico di Camera dal 1809, all’invasione delle truppe fran­cesi abbandonò Roma ritirandosi a Tuscania, dove rimase fino alla restaurazione del potere pon­tificio. Il 12 maggio 1814 il cardinal Rivarola lo no­minò delegato apostolico della provincia di Frosinone. Ebbe inoltre l’incarico di ristabilire il gover­no pontificio a Benevento, dove s’insediò il 3 giu­gno 1815, trovando forte opposizione da parte del­le autorità militari austriache che occupavano sta­bilmente la città.

Nel 1816, sostenuto dal cardinal Pacca e dal cardinal Consalvi, divenne assessore del S. Uffizio, canonico di S. Pietro in Vaticano e consultore della Congregazione dei Riti. Nel perio­do della sua carica d’assessore del S. Uffizio ap­provò tra le altre la censura alle opere di Giuseppe Settele che riprendevano le teorie copernicane sul­la mobilità della terra. Nel concistoro del 16 mag­gio 1823 ricevette la nomina di cardinale-prete del titolo di S. Maria in Aracoeli, entrando a far parte immediatamente dopo delle congregazioni dei Ve­scovi e Regolari, del Concilio, della Fabbrica di S. Pietro e della Consulta. Fu nominato cardinale le­gato di Bologna nella primavera del 1823 ma, pro­babilmente a causa della malattia, non esercitò mai tale carica. Nel dicembre dello stesso anno fu inca­ricato da Leone XII della presidenza della commis­sione di giurisperiti designati alla revisione del motu proprio del 6 luglio 1816 in previsione della promulgazione del nuovo codice civile del 5 ott. 1824. Mori a Roma e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Aracoeli.

BIBL. – HC, VII, pp. 15, 42; Vernacchia Galli 1984, pp. 123­128; Boutry 2002, pp. 478-480 (con rif. alle fonti d’archivio e bibl.); Wolf 2005, pp. 1511-1512 (con rif. alle fonti d’ar­chivio e bibl.).

[Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri]