Pianetti, Gaspare Bernardo — Cardinale (Jesi, 7 feb. 1780 – Roma, 30 gen. 1862).

Discendeva da una famiglia attestata a Jesi dalla metà del sec. XVI, che annoverava tra i suoi membri il vescovo Giu­seppe, fondatore della Biblioteca Planettiana (ora Bibl. Comunale Planettiana). Figlio del marchese Angelo e di Leonora Bonaccorsi, a nove anni iniziò gli studi presso i padri Scolopi del Collegio Naza­reno di Roma rinunciò alla primogenitura in favore del fratello Settimio; nel 1803 conseguì il dottorato in utroque iure all’Università di Macerata. A Macerata fu ordi­nato sacerdote il 31 marzo 1804. Proseguì la for­mazione presso l’Accademia dei nobili ecclesiasti­ci e nel 1807 entrò in prelatura quale prelato dome­stico di Sua Santità e referendario di Segnatura; fu primo assessore del Tribunale della Congregazione del Buon Governo.

Vicario del cardinal Consalvi nella diaconia di S. Maria ad Martyres, per tre vol­te fu vice-governatore di Roma. Nel concistoro del 3 luglio 1826 fu nominato vescovo della diocesi di Viterbo; l’ordinazione episcopale ebbe luogo alla presenza di papa Leone XII, nella basilica di S. Ma­ria degli Angeli, il 15 agosto successivo.

Lo stesso giorno il P. emanò la prima lettera pastorale indiriz­zata al clero e ai fedeli della sua diocesi, nella qua­le s’insediò con cerimonia solenne il 2 settembre (Epistola pastoralis ad clerum populumque universum ecclesiarum Viterbiensis et Tuscaniensis, Romae, Ex typographia Perego-Salvoniana, 1826). In città il vescovo si occupò con particolare fervore alla questione dell’istruzione: avendo i Gesuiti lasciato Viterbo, ottenne dal Comune la cessione di ogni di­ritto e ragione sui beni della Compagnia e ne rior­ganizzò il collegio; a partire dal 1831 si dedicò alla riorganizzazione del seminario diocesano per il quale aveva già pubblicato le nuove regole (Regole composte e pubblicate … pel V. Seminario e Collegio vescovile …Gaspare Bernardo de’ Marchesi Pianetti, Viterbo, Presso Camillo Tosini, 1827) e nel quale chiamò ad insegnare studiosi di qualità. La sua ri­chiesta per ottenere sussidi comunali per l’istituzio­ne di scuole d’istruzione primaria non ebbe invece alcun seguito ed allora invitò a Viterbo i Fratelli delle Scuole Cristiane che aprirono un loro istituto (poi detto degli Ignorantelli). Nel 1827 fu aggregato al patriziato viterbese e festeggiato con una cerimonia all’Acca­demia degli Ardenti, di cui era socio. Appena entrato in Diocesi avviò una visita pastorale particolarmente accurata a tutta le parrocchie e luoghi pii che fu anche l’unica rimasta nell’Archivio diocesano anche se si ha notizia di altre visite compiute successivamente nel corso dei 35 anni di governo.  

Nominato car­dinale in pectore nel concistoro del 29 dic. 1839, fu pubblicato il 13 dic. 1840 e quattro giorni dopo ri­cevette la porpora e il titolo di S. Sisto. Nel 1843, a sue spese, demolita la preesistente chiesa, ricostruì a Viterbo la chiesa di S. Rosa, nella quale nel 1258 era stata trasportata la salma della santa protettrice della città e per le monache di quel monastero pubblicò nuove regole (Regola di Santa Chiara per il monastero di S. Rosa della città di Viterbo colle note e costituzioni particolari proposte da S.E.R. il sig. cardinale Gaspare Bernardo Pianetti vescovo di Viterbo e Toscanella, Viterbo, presso Camillo Tosoni, tip. vescovile, 1853?). Alcuni anni prima aveva pubblicato le regole per il Monastero di Sant’Agostino sempre della stessa città (Regola del S.P. Agostino sotto la quale vivono le monache agostiniane di Viterbo e costituzioni proposte alle medesime da S. E. Reverendissima il Sig. Cardinale G.B. Pianetti Vescovo di Viterbo e Toscanella, Viterbo, tip. Tosoni, 1844). Favorevole alle riforme di Pio IX, lo seguì nell’esilio di Gaeta e, al suo ritorno a Viterbo, fu magnanimo nonostante che in sua assenza fosse stato dato l’assalto al palazzo vescovile e incendiata la sua carrozza. Nelle vicende del 1860 rimase in città e si adoperò efficacemente per evitare che sorgesse conflitto nella popolazione tra opposte tendenze. Dopo la sua morte si stacca dal territorio diocesano Montalto di Castro che aderisce alla diocesi di Tarquinia-Civitavecchia mentre entra a farne parte Canepina, già nella Diocesi di Civitacastellana-Orte e Gallese.

Rassegnò le dimissioni dall’incarico epi­scopale solo nel 1861, per dedicarsi al compito di segretario dei Brevi Apostolici (18 marzo 1861). Camerlengo del Sacro Collegio dei cardinali, fu gran cancelliere degli ordini equestri pontifici. Morì a Roma e, dopo l’esposizione nella chiesa romana di S. Andrea delle Fratte, fu sepolto secondo la sua vo­lontà nella chiesa di S. Salvatore in Lauro. Oltre alle lettere pastorali, del P. è nota un’operetta giovanile dal titolo De Romana Divi Petri Cathedra oratio habita in aede Vaticana XV kal. Februarias anno MDCCCVI (Roma, Poggioli, 1806).

E’ ritratto in un dipinto del XIX secolo conservato a Viterbo

IBL. – HC, VII, pp. 31, 44, 398; VIII, p. 62; Signorelli, III/2, pp. 325-327, 331-342; Boutry 2002, p. 449 (con rif. alle fon­ti d’archivio e bibl.); F. Pietrini, I vescovi e la Diocesi di Viterbo, Viterbo 1949, pp. 104-107.

[Scheda di M. Giuseppina Cerri –Isri; integrazione di Luciano Osbat – Cersal]