Romanelli, Giovanni Francesco – Pittore (Vi­terbo, 1612 – ivi, 9 nov. 1662).

Sebbene sia ancora lacu­nosa la ricostruzione della personalità del R. e non esista un catalogo completo delle sue opere, indi­scusso è il suo ruolo di diffusore del linguaggio cortonesco in Europa. Figlio di Bartolomeo e di Laura De Angelis, a soli dieci anni veniva inviato a Roma presso lo zio Gaspare De Angelis per i primi studi proseguiti poi a Viterbo presso il Collegio dei Gesuiti e nuovamente a Roma dove cominciò l’apprendistato sotto la guida del Domenichino per proseguire poi nella bottega di Pietro da Cortona.

La prima importante esperienza di questo periodo lo vide collaborare con Pie­tro da Cortona nella decorazione della cappella e della galleria di palazzo Barberini (1631-1632).

Non ancora trentenne eseguì affreschi nella Gal­leria delle Carte Geografiche nei Palazzi Vaticani (1632-1637), mentre l’affrancamento dal maestro avvenne nel 1638 in coincidenza con l’elezione a principe dell’Accademia di San Luca conseguita per l’appoggio del cardinale Francesco Barberini del quale era divenuto familiare. Negli anni successivi R. conobbe una grande fortuna pubbli­ca realizzando gli affreschi nella sala della con­tessa Matilde nei Palazzi Vaticani (1637-1642), la tela della Presentazione della Vergine al Tempio (1638-1642) per la basilica di S. Pietro, oggi con­servata nella chiesa di S. Maria degli Angeli, oltre che numerose opere eseguite per le chiese romane.

Tra le prestigiose commissioni, le grandi tele di­pinte come dono diplomatico per il sovrano d’In­ghilterra (1640) e i cartoni per gli arazzi di casa Barberini. Realizzò, inoltre, raffinate opere di pic­colo formato, di soggetto religioso, per papa Ur­bano VIII e per il cardinale Francesco Barberini. Al seguito di quest’ultimo, tra il 1646 e il 1647, si recò a Parigi ove lavorò anche per il cardinale Mazzarino. Durante il secondo viaggio a Parigi (fine 1654-1657) si occupò della decorazione de­gli appartamenti di Anna d’Austria nel palazzo del Louvre.

Diverse le sue opere a Viterbo tra le quali l’affresco della Nascita della Vergine nella chiesa di San Rocco (del 1633), lo stendardo con il Battesimo di Cristo e la Madonna della Misericordia per la Confraternita del Gonfalonbe (1649). Realizzò inoltre un San Lorenzo martire per la cattedrale di Viterbo,  una Santa Rosa ai piedi della Madonna con Bambino,  una Sacra Famiglia e San Bernardino, sempre per la Cattedrale, una Assunzione della Vergine e una Annunciazione di Maria quest’ultima dipinta per la Cappella di famiglia nella chiesa dei Santi Teresa e Giuseppe.

Nel 1640 aveva sposato Beatrice Tignosini, di antica famiglia viterbese, dalla quale ebbe 10 figli che si orientarono prevalentemente alla vita religiosa; penultimo fu Urbano (v.) che continuò per breve tempo la tradizione paterna.

Morì a Viterbo nel 1662 e fu sepolto nella chiesa dei Santi Teresa e Giuseppe.

BIBL. – Briganti 1962, p. 196; Faldi 1970, pp. 66-73; Ker­ber 1973; Kerber 1979; Corbo 1981; Kerber 1983; Lo Bian­co 1983; Magnanimi 1983, pp. 100, 175; Ursula Fischer Pace in La pittura in Italia. Il Seicento, II, pp. 866-867; Fi­scher Pace 1990; Kerber 1990; Cifani – Monetti 1995; Barroero 1997; Bruno 1997; Kerber 1997; Corbo 1998; Fagio­lo Dell’Arco 2001, pp. 111-124; Herklotz 2001; Lo Bianco 2001; N. Angeli, Famiglie viterbesi, Viterbo, 2003, pp. 444-448..

[Scheda di Simona Finardi – Ansl; integrazione di Luciano Osbat – Cersal