Brugiotti – Famiglia (Vetralla, XVI- XX sec.)
Famiglia originaria di Firenze poi trasferita a Vetralla dove è presente dalla prima metà del sec. XVI con Taddeo, figlio di Pietro, e Lattanzio suo fratello. Taddeo nel 1522 era stato tradotto in carcere per un ammanco di denaro avvenuto durante la sua gestione di un pubblico ufficio. Paolo, figlio di Lattanzio e di Lorenza Pandolfi, appare attivo nella causa che Comune di Vetralla ebbe con Lorenzo Cybo che voleva rientrare in possesso del feudo (1562-1590). Vetralla era passata sotto il protettorato dei Farnese e i Brugiotti erano stati lesti nell’offrirsi come sostenitori di quella potente famiglia: il che assicurò lo sviluppo degli affari dei Brugiotti e la sconfitta delle pretese dei Cybo.
Altri figli di Lattanzio e di Lorenza erano Bernardina che andò sposa a Onorio Marsuzi di Barbarano; Francesco che ebbe l’incarico di depositario del Comune di Vetralla e che per conto della Comunità pagava gli onorari all’architetto Giovan Antonio Garzoni impegnato nella costruzione della nuova porta civica; Paolo, dottore in legge che si sposò con Altilia Cianfani di Vetralla; Piero, morto nel 1572, dal quale derivò il ramo della famiglia che si trasferì a Viterbo. Il figlio di Piero, Alessandro, che si votò all’esercizio delle armi divenendo capitano, nel 1596 era nella magistratura di Vetralla con la qualifica di depositario generale. Nel 1591, in precario stato di salute, aveva fatto testamento nella sua casa posta nella parrocchia di San Giacomo; in quell’atto stabiliva la propria sepoltura nella tomba di famiglia nella chiesa di Sant’Andrea. La famiglia aveva possedimenti nei territori di Vetralla, in località Grotta Porcina ed aveva pure una tenuta a Campo Giordano con relativo castelletto dove nel 1601 era nato il frate cappuccino Giacinto (v.), famoso missionario e scrittore, figlio di Stefano e di Maddalena Franciosoni, sua prima moglie. Nel febbraio 1596 vennero divisi i beni di famiglia tra Alessandro e lo zio Francesco; ad Alessandro spettarono 7636 scudi in beni immobili, la tenuta di Campo Giordano a Vetralla, il podere in contrada Sant’Antonio e la casa nuova in via di costruzione nella parrocchia di Sant’Andrea a Vetralla. Tra questa casa e la Fontana dei due cannelli in quegli anni si avviò la costruzione di quello che sarà l’ospedale degli infermi di Vetralla. A metà Seicento un inventario dei beni esistenti nella casa di Pietro Brugiotti a Vetralla testimonia del benessere raggiunto dalla famiglia anche per il ramo rimasto a Vetralla.
A metà Settecento quando il Palazzo comunale fu demolito per far posto ad una nuova sede della Comunità, le botteghe che erano in quel edificio furono collocate provvisoriamente in altri luoghi; il macello, ad esempio fu collocato nella stalla dei conti Brugiotti, in Piazza S. Egidio. Sul finire del Settecento il canonico della cattedrale di Viterbo Alessandro Brugiotti ospitò nel suo palazzo di Vetralla il vescovo Pastrovich in Visita pastorale. In quella Visita fatta a Vetralla risultava che la famiglia dei conti Brugiotti aveva in affitto e a livello alcuni terreni di proprietà della Collegiata di S. Andrea.
La dimora dei Brugiotti di Vetralla, ancora in fase di completamento nel 1596, pervenne insieme ad altri beni ai conti Falconieri Gabrielli di Carpegna, la cui discendente Maria, andata in sposa il 18 ottobre 1888 a Guglielmo Vinci, la ebbe in dote.
Le tombe di questa famiglia a Vetralla erano nella chiesa di Sant’Andrea e poi in Santa Maria delle Murelle. A Vetralla una delle Vie principali è intitolata a padre Giacinto Brugiotti.
BIBL. – Angeli, Famiglie viterbesi. Volume I. A-B, Viterbo 1992, p. 115; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. III, Viterbo, 1969, p. 38, 57, 125,277; N. Angeli, Famiglie viterbesi. Storia e cronaca. Genealogie e stemmi, Viterbo 2002, pp. 70-73; G. Delogu, Gli inventari di Palazzo Brugiotti a Vetralla del 1658 e del 1795, in “Studi vetrallesi. Bollettino a cura degli Amici della Città e del Territorio”, n. 5, pp. 18-23; A. Scriattoli, Vetralla. Pagine di storia municipale e cittadina da documenti d’archivio. Terza edizione, Vetralla 1992, p.225, 277.