Scaglioni, Matteo – Ecclesiastico (Valentano, Secc. XVII – Roma, XVIII)

Nella sua Prefazione Feliciano Bussi scrive che parte della sua fatica nello scrivere la Istoria della Città di Viterbo (poi pubblicata a Roma nel 1742) gli era stata risparmiata da don Matteo Scaglioni che gli aveva ceduto il risultato delle ricerche da lui fatte: “già da molti anni meditando ancor’ esso di tessere l’Istoria di questa Città, ed avendo a tal’ effetto raccolta una quantità di notizie…si degnò, come ho detto, di cedermi il tutto” compresa la documentazione che gli era stata affidata da don Pietro Polidori, beneficiato dell’insigne basilica di san Pietro (p. VIII).

Il Bussi aggiunge  che  lo Scaglioni era stato Canonico della Cattedrale di Viterbo, poi Segretario de’ Brevi ai Principi (con Innocenzo XIII), poi Canonico della Basilica di S. Giovanni in Laterano. Le ricerche nell’archivio della diocesi di Viterbo-Tuscania attestano che il 9 settembre 1709 il vescovo di Viterbo-Tuscania, cardinale Andrea Santacroce, aveva nominato lo Scaglioni (che era  originario di Valentano ed abitava nella parrocchia di S. Giovanni in Zoccoli a Viterbo) ad un beneficio nella chiesa collegiata di S. Andrea a Vetralla;  l’11 febbraio 1713 lo S. era nominato ad un beneficio nella chiesa di S. Maria Nuova di Viterbo  e infine nel 1715, ad opera del vescovo di allora, cardinale Michelangelo Conti, era stato nominato Canonico della cattedrale di S. Lorenzo: in questa occasione viene definito laureato in teologia e familiare dello stesso Conti. Altre notizie della sua presenza a Viterbo riguardano il suo finanziamento della ristampa del volume di Pietro Coretini su santa Rosa avvenuto nel 1702, una sua pubblicazione del 1705 celebrativa di una monacazione, il suo imprimatur (nello stesso anno)  alla pubblicazione di Giuseppe Crispino sulla Chiesa militante, la sua traduzione in italiano dal latino di un’opera intitolata Il Viatore cristiano (in Viterbo, per l’erede di Giulio de’ Giuli, 1714) dedicata a Michelangelo Conti.

E’ ben logico pensare che diventato papa Innocenzo XIII, il Conti abbia chiamato a Roma lo Scaglioni che è così diventato personaggio di un certo rilievo nella Curia romana come attestato dal Bussi. E’ autore di una Ecclesiae et Dioecesis Viterbiensis in praesenti statu Relatio, dedicata al cardinale Michelangelo Conti,   che contioene una cronoplogia dei vescovi e che era conservata tra i ms. della Cattedrale di Viterbo (Codice 76) poi inserita nella serie “Visite pastorali” e ora come opera autonoma posta in Appendice a detta serie.

Ritratto

BIBL. e FONTI – Cedido, Archivio dell’antica diocesi di Viterbo-Tuscania, serie “Bollari”, Bollarium 1706-1720, cc. 50v-51, 116-117, 152v-154. F. Bussi, Istoria della Città di Viterbo, Roma 1742, p. VIII; A. Carosi, Annali della tipografia viterbese. Il Settecento, Viterbo, Agnesotti, 1977, p. 50, 71, 75, 105; G. Signorelli,  Viterbo nella storia della Chiesa, Vol. terzo. Viterbo, 1964-1969, p. 126, 158.

[Scheda di Luciano Osbat-Cersal]